domenica 21 giugno 2015

Henri Rousseau va allo zoo di Parigi e fa dei capolavori


Consigli domenicali:  palazzo Ducale, Venezia, mostra  di Henri Rousseau intitolata IL CANDORE ARCAICO.
La chiusura della mostra è stata prorogata al 6 settembre, così ho deciso di scrivere qualche impressione per chi fosse interessato.


Iniziamo con qualche notizia sull'artista.

Brevemente; nasce nel 1844, lascia gli studi, passa un mese in prigione, si arruola nell’esercito, muore il padre, va a Parigi, si sposa con una giovane donzella, rifà il soldato, comincia a lavorare in veste di gabelliere nell’ufficio comunale del dazio di Parigi, inizia a dipingere, il suo genio non viene riconosciuto dalla critica, ma qualche anno dopo viene riconosciuto dalle avanguardie, che però non erano riconosciute dalla critica. Muore.

Nell'ambiente era conosciuto con un "nickname" molto cool ispirato al suo lavoro; Il Doganiere. Lo so, non era un doganiere, lavorava all'ufficio del dazio, ma valli a capire questi artisti. 
In ogni caso, vi consiglio di andare a leggere qualcosa della vita su wikipedia, o sull'enciclopedia di vostro Nonno.

Tornando alla mostra; è la prima grande retrospettiva sull’artista mai stata fatta in Italia,e affrontando i vari momenti pittorici di Rousseau ha lo scopo di valutare l’influenza che egli ha avuto tra i pittori successivi.

Dal  momento in cui varchi la soglia della prima stanza, sei sbattuto dentro l’universo immaginifico del Doganiere, popolato a volte da incubi apocalittici a volte da immagini più dolci di paesaggi in cui le colline sfumano verso il cielo. 
E  vedi cavalli che corrono, scimmie che danzano, tigri e giaguari che si abbracciano, leoni enormi e uomini che si fanno piccoli di fronte a una natura onirica e lussureggiante.


E poi procedi e ti vedi una Eva dal corpo nero e occhi magnetici; bellissima, e sembra la cacciata dal paradiso terrestre al contrario. Perché questa Eva non si lascia ingannare dal serpente, ma al contrario, lo ammalia con il suono del flauto, e serpenti stanno lì, immobili a guardare quella donna che si è appena riappropriata dell'Eden. E tu ti senti il serpente e ti chiedi dove Rousseau, sia riuscito a scovare queste immagini.
Ti sembra quasi di vederlo, Lui, vestito da esploratore, con un coltello serrato tra i denti, che fende foglie di piante giganti e che osserva animali dai nomi mai pronunciati. 

E poi  ti ricordi che lui no, non è mai andato in posti esotici, non ha mai viaggiato coi pirati. 
E scopri che i viaggi li faceva solo con la mente e passava le giornate guardando la vegetazione delle serre del Jardin des Plantes nel centro di Parigi. Ma si immaginava di essere altrove e noi lo immaginiamo con lui. E basta solo questo per fartelo amare ancora di più.

E mentre sei lì, che quasi quasi ti senti nella giungla pure tu, la vocina dell’audio guida ti fa notare cheehi, vacci piano, ho capito che adesso questi quadri ti sembrano belli, ma a suo tempo furono molto criticati. Perché guarda che era un autodidatta, non ha mai studiato in un accademia. E diciamocela tutta, un po’ si vede. Non vedi che quel leone è grande quanto un albero? e non vedi che non c’è traccia di profondità spaziale. Sembra tutto appiccicato lì, un po’ a caso. Senza un colore sfumato, senza un accenno di movimento..”
Ma a quel punto off, spengo quell’arnese e penso che vorrei vivere all’interno di uno dei suoi quadri, magari quelli senza le tigri, che non vorrei finire sbranata. 

In realtà sbaglio, se avessi lasciato parlare ancora un po’ la vocina stridula dell’audio guida avrei scoperto che poi Rousseau ha avuto la fama che meritava e che la pittura del Doganiere a tratti stilizzata, arcaica e naif ha ispirato molti artisti. E il resto della mostra è un continuo di rimandi e assonanze, per un quadro di Rousseau ce ne sono dieci che sembrano a lui ispirati. E troviamo Carlo Carrà, Max Ernst, Cezanne e pure Frida Kahlo.


E solo nell'ultima stanza si ricomincia a prendere contatto con la realtà, ma sulla retina si hanno ancora impressi i suoi quadri.



Insomma nel caso non si fosse capito consiglio vivamente la visita alla mostra. E anche se facevo ironia l'audio guida è molto utile perché da informazioni aggiuntive rispetto alle spiegazioni un po' sbrigative scritte sui muri e sopratutto aiuta a vedere i collegamenti sui quali si basa la mostra.



Qui il sito del palazzo Ducale dove potete trovare varie info sulla mostra.



A presto





Nessun commento:

Posta un commento